La mancata localizzazione di titoli di valore è un cruccio che il videogiocatore si porta dietro dai primordiali, videoludicamente parlando, anni ’80. Quando poi il soggetto in questione è una delle saghe RPG più apprezzate di tutti i tempi come Dragon Quest il rischio di dichiarazioni boomerang è dietro l’angolo.
Non è detto che sia questo il caso, comunque riportiamo le interessanti dichiarazioni di Noriyoshi Fujimoto, producer per gli episodi mobile di Dragon Quest, pronunciate al Pax Prime, che riguardano il remake di Dragon Quest VII per Nintendo 3DS, non ancora arrivato nel vecchio e nel nuovo continente.
“In merito a Dragon Quest VII, ha un sacco di testo da tradurre e abbiamo ricevuto tantissime richieste e un’accoglienza positiva sul gioco ma sfortunatamente dobbiamo prendere in considerazione il costo e le risorse umane necessarie per trattare adeguatamente una mole così pesante di testo. Dragon Quest VII è probabilmente l’episodio più impegnativo dell’intero franchise per quanto concerne dialoghi e sceneggiatura. Se fossero in molti a comprarlo… beh non possiamo promettere nulla”
“Da Dragon Quest VIII in poi abbiamo migliorato le traduzioni aggiungendo espressioni regionali, come nel caso di personaggi con accento baltico che ricordano i russi. Abbiamo anche aggiornato i nomi di magie e mostri, totalmente da modificare adesso nei titoli classici. Quando riprendiamo in mano vecchi capitoli dobbiamo adattare la terminologia a quella nuova, ed è un processo in più”
Sicuramente il problema del rientro dei costi e del successivo guadagno è sempre attuale e la risposta del mercato occidentale verso questa saga, apprezzatissima in Giappone, non è sempre stata all’altezza. Dovremmo aspettarci un po’ più di coraggio da una software house che ha senza dubbio avuto un buon successo su 3DS con Bravely Default o i timori di Mr.Fujimoto sono più che fondati?