Ebbene sì ragazzi: anche quest’anno è arrivato il momento dell’E3. Come tutti gli anni ci emozioneremo, ci arrabbieremo e rimarremo stupiti, delusi o entrambe le cose: il bello della manifestazione regina del mondo videoludico è anche rappresentato dalla vorticosa girandola di emozioni che accompagna ogni annuncio, ogni presentazione e ogni conferenza.
Ovviamente i nostri occhi sono puntati principalmente su Nintendo e sulle novità che la nostra fabbrica dei sogni preferita ci proporrà anche quest’anno: sopratutto per quanto riguarda Wii U, che ha bisogno di una massiccia iniezione di fiducia sotto forma di annunci e novità. La grande N, come sempre, non sceglie mai la via più facile, o quella che i fan si aspettano che segua: anche quest’anno, così come lo scorso E3, Nintendo non terrà una classica conferenza, ma si avvarrà di un misterioso Digital Event. In barba alle accorate richieste di molti fan di tornare a un impianto più classico, le novità made in N ci verranno comunicate da Iwata (o da Reggie, chissà) presumibilmente attraverso un video registrato simil Direct.
Tale scelta ha scontentato alcuni e reso felici altri: anche qui in NintendOn si sono scatenate furibonde discussioni sulla questione, con parte della redazione ululante di delusione per la mancata conferenza, mentre l’altra parte giubilava ansiosa di gustarsi il Digital Event. Abbiamo allora deciso di dare corpo a tale discussione, preponendovi una sintesi dei due differenti punti di vista: un duello virtuale tra due redattori, Alessandro “blackprince80” Concina e Diego “Elflum” Inserauto; l’uno che tesse romanticamente le lodi della conferenza, l’altro a perorare la causa del Digital Event.
Chi uscirà vincente dallo scontro? Da che parte state? Fatecelo sapere!
a cura di Alessandro “blackprince80” Concina
Perché sostengo che Nintendo dovrebbe fare una conferenza classica al posto di un Direct o di un qualsiasi altro evento pre-registrato? Dato che immagini e suoni valgono più di mille parole, prima di proseguire con la lettura vi esorto, o fedeli amici nintendari, a godervi, in religioso silenzio, il video qui sotto:
Pura poesia Nintendo
Avete ancora la pelle d’oca scommetto. Uno di quei momenti, indelebili, incisi a fuoco nei nostri cuori di videogiocatori amanti di Nintendo. Esaltazione, emozione, sorpresa, euforia: le immagini che scorrono, la musica che incalza, il pubblico che va in visibilio. Spettacolo puro.
Ebbene, potete anche scordarvi tutto ciò. Nintendo pare proprio aver intrapreso una strada molto diversa che, anche quest’anno, la porterà a sostituire la classica conferenza all’E3 con un misterioso “Digital Event” che sa tanto di un evento simil Direct: freddo, asettico, e distaccato. Ok, si potrebbe obiettare, quello che conta sono i contenuti, i giochi che vengono mostrati: non sempre c’è un trailer di Zelda come quello di Twilight Princess (tra l’altro montato magistralmente) a scatenare l’entusiasmo dei fan. Quest’anno in realtà, molto probabilmente, ci sarà il nuovo Zelda a far bella mostra di sé ma, al di là di questo fatto incidentale, mi domando, non riuscendo a rispondermi, il motivo per cui Nintendo si sia incaponita nel seguire questa strada. Perché tutti i più importanti exibitors tengono una conferenza live con pubblico in sala e la grande N no? Devo pensare che un’azienda storica come Nintendo, che ha visto in pratica nascere il mercato videoludico così come lo intendiamo oggi, non sia più in grado di organizzare e costruire un evento live di un’ora (o poco più) una volta all’anno o che abbia “timore” di presentare i suoi prodotti davanti a una platea?
A livello prettamente comunicativo il Direct fa il suo dovere, non c’è dubbio (e con un costo peraltro risibile), ma è un canale di comunicazione che, se può andare bene in determinati casi, ad esempio un approfondimento di un gioco in uscita a breve (come il Direct dedicato a Mario Kart 8 o quello su Super Smash), in altre occasioni risulta essere troppo rigido, distaccato, quasi meccanico. In un Direct non c’è spazio per il Miya che arriva sul palco brandendo la Master Sword o accompagnato dai Pikmin; non ci sarà mai una magnifica orchestra che apre la conferenza suonando live un medley delle più belle musiche di Zelda; non vedremo mai Iwata tirare fuori dalla tasca interna della giacca la prossima console portatile offrendola ai flash dei fotografi. Può essere che io sia troppo vecchio e abbia una visione troppo romantica ed emozionale dell’E3 ma, in fondo, è l’essenza stessa del videogiocatore ad essere permeata di emozioni. Quando pensiamo a un certo gioco, a una certa colonna sonora, a un certo personaggio, abbiamo ricordi speciali e unici, che prescindono magari dall’effettiva qualità del titolo: sono le nostre esperienze personali a rendere un dato gioco speciale e, più sono radicate a fondo nel substrato emozionale, più tale ricordo ci sarà caro e tenderemo a utilizzarlo come metro di paragone per il futuro. Prendete uno qualsiasi dei tre momenti E3 che ho elencato sopra (e sarebbe possibile aggiungercene molti altri) e mettetelo a confronto con il piatto Direct dello scorso E3: a livello emozionale sono imparagonabili. Certo, anche quello che viene presentato (e come viene presentato) conta, e questa è un’altra cosa che Nintendo deve imparare di nuovo a fare: emozionare.
La strategia comunicativa di Nintendo, negli ultimi tempi, si è appoggiata moltissimo a nuovi canali e forme, social network e Direct su tutti, a scapito di tecniche di marketing e di promozione più tradizionali: una sorta di comunicazione 2.0 in sostanza. In ciò non c’è nulla di male, anzi, è doveroso sfruttare le nuove possibilità, ma questo non vuol dire che i buoni, vecchi metodi debbano venire accantonati. Vero è che Nintendo, nelle ultime apparizioni live, non ha riscosso grandi consensi: si pensi all’intervento di Reggie ai VGX o alla confusa conferenza di presentazione del Wii U all’E3 2012. Il problema però non riguarda la comunicazione stessa, ma come essa è gestita e organizzata, nonché il contesto in cui viene utilizzata.
L’E3, lo sappiamo tutti, è una fiera di settore e, in quanto evento live, il senso è quello di portare certe attività in loco, per esporre e far conoscere al pubblico i nuovi prodotti: ci sono gli sviluppatori che fanno dei roundtable di approfondimento; c’è Reggie che va in giro a fare varie comparsate presso i network che hanno un live streaming; ci sono varie postazioni di gioco per provare i titoli futuri; e c’è la conferenza. Ora, che senso ha andare a una fiera e trasmettere un video pre-registrato anziché salire sul palco come si è sempre fatto? Per risparmiare i soldi dell’affitto del Nokia Theatre? Dai su, siamo seri. Per chi è a casa e guarda l’evento via streaming, potrà obiettare qualcuno, cambia poco: che sia una conferenza o che sia un video il risultato è il medesimo. Questo non è completamente vero. La conferenza fa percepire allo spettatore la sensazione di assistere a un “evento”, a uno show live (pare quasi di essere lì seduti in sala), mentre il Direct è troppo rigido e strutturato: c’è Iwata che parla (con dietro uno sfondo bianco terribilmente anonimo), i vari filmati vengono presentati e scorrono uno dopo l’altro. Manca la dinamicità degli ospiti che si alternano sul palco, manca il feedback del pubblico, non c’è pathos. Come? Questi non sono altro che orpelli e ammennicoli di cui non si sente la mancanza? Beh, ma allora perché le persone vanno allo stadio anziché guardarsi la partita in TV spaparanzati sul divano? Perché andare ai concerti anziché ascoltare la musica con l’impianto stereo che si ha a casa? Perché esistono conferenze stampa, raduni, ritrovi e riunioni di ogni foggia e tipo? Se portiamo il ragionamento all’estremo, potremmo addirittura chiederci: perché Nintendo è presente all’E3? Potrebbe trasmettere un Direct, pubblicare un paio di Iwata Asks sul sito, caricare qualche video gameplay su Youtube e distribuire dei codici demo alle varie redazioni sparse in giro per il mondo: voilà. Seccatura dell’E3 evitata e stesso risultato raggiunto. Una cosa del genere vi soddisferebbe? Io, personalmente, la reputerei una delusione totale.
La natura del Digital Event all’E3 di quest’anno non è ancora del tutto chiara, ma non posso che augurarmi una buona riuscita del tutto e, al tempo stesso, rammaricarmi di come l’azienda che seguo fedelmente da venticinque anni non voglia più provare a emozionarmi come un tempo solo lei sapeva fare.
a cura di Diego “Elflum” Inserauto
Il perché Nintendo non dovrebbe più svolgere una conferenza o meglio perché dovrebbe esserci una legge che ci metta al riparo dai piani terroristici su vasta scala di Iwata & Co. può essere riassunto con questo video:
PURA MAGIA NINTENDO SEAL OF QUALITY
(scusate il senso di dejà-vù)
Immagino che abbiate ancora la pelle d’oca. Anche senza aver visto il filmato, magari l’avete ancora dal 2008! Scherzi a parte, l’E3 è un po’ come l’anniversario di matrimonio, quella ricorrenza dove nonostante l’amor litigarello si celebra il connubio di intenti tra fan e developers, developers, developers. Meno developers per Nintendo ad essere sinceri. La situazione Third Party non è delle più rosee in questo momento storico e se Nintendo non ha fatto passi significativi (e concreti) in questa direzione, Reggie dovrebbe evitare di salire sul palco a Giugno e far finta che la situazione è assolutamente sotto controllo. Non voglio vedere un altro E3 dove conversioni vengono trattate come titoli AAA, o peggio ancora, vengono cancellate come Aliens Colonial Marines o Metro Last Light. Mai più un PR della Warner che salga in cattedra per parlare dei favolosi controlli alternativi del nuovo Batman grazie al touch e all’oscilloscopio dentro al gamepad, retaggio di quei sensori di movimento che ci siamo lasciati alle spalle e di cui la voglia di revival è pari a zero.
Zero. Questo dovrebbe essere il numero rappresentativo della probabilità che qualcosa possa andare storto durante la presentazione del nuovo attesissimo capitolo della mia saga preferita: Zelda. Ricordo ancora con troppa costernazione l’espressione da “qualcuno verrà licenziato per questo” del maestro Shigeru Miyamoto mentre il Telecomando Wii lo stava tradendo, durante la presentazione di TLOZ: Skyward Sword gettando un’ombra scura sul futuro di Nintendo.
Essendo probabile, anche per quest’anno, un deficit di TP, non è più auspicabile che Nintendo presenti i suoi prodotti nel formato a lei più congeniale?
Sarò caduto dall’albero, ma i Direct sono una cosa incredibile. Quanti nella nostra chat, dopo aver seguito con noi un Direct particolarmente riuscito, hanno affermato “hanno presentato più roba che all’E3!” ? Non riesco a capire perché ogni software house non ne realizzi uno al mese (anche se qualcuno ci ha provato *non diciamo altro*). Certo, probabilmente realizzare un video (a volte anche tre: mercato asiatico, americano ed europeo) al mese, localizzarlo in tante lingue, se non dispendiosissimo ha tuttavia un costo da tenere in considerazione, per quanto irrisorio se confrontato a quello dell’affitto del Nokia Theather.
Ma se l’anno scorso l’azienda di Kyoto poteva essere tacciata di eccessiva parsimonia, quest’anno SORPRESA!: SmashFest. Il Nokia Theather ospiterà un torneo ciclopico del titolo che forse ho giocato più di tutti su Gamecube prima e Wii poi. L’evento in sé per noi italiani non è di particolare attrattiva dato le esigue possibilità di parteciparvi, tuttavia, nell’era dei giochi online è bello che eventi streetpass e tornei trovino ancora spazio. Io spingerei l’accelleratore a tavoletta realizzando un documentario per l’occasione da distribuire gratuitamente sull’eshop o su youtube, alla stregua di Free To Play prodotto, realizzato e distribuito (gratis) da Valve su Steam.
Chissà poi se le cam presenti nei booth Nintendo e visionabili in diretta non possano essere quel valore aggiunto per chi, come me, in quei quasi tre giorni dedicati al gaming sta in apnea di fronte allo schermo del PC alla ricerca di qualsiasi notizia.
Sto divagando. A proposito di divagare: ecco un altro elemento negativo eliminato totalmente dai Direct: l’eliminazione dei tempi morti! I sottotitoli in italiano, poi, permettono una visione concisa e chiara a tutti gli utenti, anche a chi mastica poco l’inglese e ancor meno quello maccheron-nipponico di Iwata-sama. E per chi ama il trash e la presidenza Nintendo quando si presta a spettacoli da baraccone, ho parecchi aneddoti già entrati nella leggenda delle gif di neogaf. Caschi di banane tirati fuori dal taschino, attrezzature a metà fra una tuta spaziale e un manichino da crash test per spiegare il Google Streetview, i Denpaman che svolazzano intorno al presidentone, Luigi e Mario venuti fuori da un copione scartato di Lazy Town e chi più ne ha, più ne metta.
Per concludere, a giocarsela bene Nintendo può tirare fuori roba più interessante in mezz’ora di Direct che in un’ora di Press Conference. La storia ci ha dimostrato che Nintendo è sempre stata un pesce fuor d’acqua all’E3. Magari il Nintendo Space World era più megalomania che altro, ma io ricordo bene show terribili salvati solo da un filmato del prossimo Zelda. Ormai questo è diventato l’E3: stupire con effimeri effetti speciali quando l’unica cosa che vogliono i gamers è una trama solida. Forse l’E3 è diventato uno dei miei Guilty Pleasures, ammetto che mi è dolce ristagnare in quel mare ma se c’è una speranza che questo (ormai) show televisivo torni a parlare un linguaggio più inerente al media ludico in sé e meno a chi spara le specifiche più lunghe, beh quella speranza si chiama Direct, o per essere precisi, Digital Event E3, e sarà in diretta mondiale, e in italiano.
Siamo alla fine del nostro confronto di opinioni, che in entrambi i casi ha visto razionalità e sentimento fondersi nel sostenere i propri punti di vista: voi che ne pensate? Da che parte state? Fatecelo sapere, commentate e dite la vostra… alla fine magari scopriremo che i fan danno ragione alle scelte di Nintendo, chissà!
Nel frattempo… hype!