Child Of Light è una bellissima fiaba. Una fiaba che narra di Aurora, figlia del duca d’Austria, che tutto d’un tratto, a causa di un maleficio, si trova catapultata in un mondo tanto sconosciuto quanto fantastico, il mondo di Lemuria. Durante la sua avventura la nostra piccola amica si troverà a esplorare castelli, pozzi, torri, prigioni, paesi e piccole città commerciali. Un mondo bellissimo, zeppo di pericoli e mostri malvagi, pieno di magia; un mondo di maghi, acrobati, arcieri, commercianti e antiche tribù dedite alla protezione delle stirpe reali (eh no, niente Sheikah e niente Impa). Un mondo minacciato dalle forze del male guidate da Umbra. Nei panni della piccola principessa dai capelli rossi vi verrà affidato, da una misteriosa regina, il compito di recuperare la luna, le stelle e il sole affinché il magnifico regno di Lemuria possa tornare ai suoi antichi fasti.
Magna è solo una delle magnifiche creature incontreremo a Lemuria
Il nuovo gioco di Ubisoft Montpellier, che ha forse come protagonista più il mondo di Lemuria che la piccola principessa, è splendidamente generato dall’UbiArt Framework, motore grafico che abbiamo già avuto modo di vedere su Wii U in Rayman Legends. Così come per il gioco della melanzana salterina, il lavoro fatto dai grafici della software house è a dir poco magistrale: ogni elemento a schermo, ogni personaggio, ogni effetto visivo o particellare è reso splendidamente dal motore di gioco. Il mondo bidimensionale che si può esplorare in Child Of Light è enorme, spaziando da zone boschive a dirupi ventosi, passando per umide grotte zeppe d’acqua. Inoltre la possibilità di far librare in aria la piccola Aurora, che si acquista circa dopo mezz’ora di gioco, ha permesso ai level designer di Ubisoft di sviluppare i livelli in tutte le direzioni, rendendo l’esplorazione e la ricerca di oggetti e segreti davvero interessante. Lemuria si divide sostanzialmente in quattro macroaree che ospitano un discreto numero di sidequest, che vanno dalla classica eliminazione di specifici mostri a sequenze di scambio di particolari oggetti.
Lemuria in tutto il suo splendore geografico
Parlando poi di caratterizzazione del mondo di gioco, è impossibile non citare la messa in rima di ogni battuta, poiché tutti i dialoghi sono in rima alternata: il primo verso rima con il terzo, il secondo con il quarto, secondo lo scherma metrico ABAB, CDCD… anche se c’è un personaggio che, classica eccezione, tende a sbagliare sistematicamente le rime. Ma non è finita qui, la ciliegina sulla torta del gioco di ruolo di Ubisoft Montpellier è la colonna sonora, dolce, soave e melanconica, quasi tutta interamente eseguita al pianoforte. Purtroppo non sono molte le tracce che musicano il titolo, ma vi posso assicurare che sono tutte curate ed evocative: più di una volta mi sono ritrovato a fare backtracking solo per ascoltare un singolo pezzo. Dal punto di vista artistico/tecnico dunque è tutto a dir poco perfetto, il french touch c’è e si sente, tutto molto fine, aulico, è così curato dal punto di vista grafico che pare di assistere ad una puntata di un cartone animato francese o ad un quadro in movimento. Gli sviluppatori volevano dare vita ad una fiaba e ci sono riusciti in pieno.
Rubella non va molto d’accordo con le rime alternate
Child Of Light è un gioco di ruolo e, in quanto tale, battle system, bestiario ed equipaggiamento sono aspetti fondamentali del titolo. Per quanto riguarda il sistema di combattimento, è importante sottolineare che è fortemente incentrato sul tempismo: tutto si basa su una piccola barra nella parte inferiore dello schermo, divisa in due parti, una blu e una rossa. Il ritmo di ogni singola battaglia è scandito da questa barra, delle icone dei personaggi a schermo, amici o nemici, scorrono partendo ogni turno dalla parte blu fino all’inizio della parte rossa, una volta raggiunta la parte rossa, detta zona di lancio, è possibile selezionare un’azione, che viene eseguita più o meno velocemente proporzionalmente alla sua forza: se un personaggio viene colpito mentre esegue una mossa, questa viene interrotta, perdendo il turno in corso e subendo una retrocessione nella barra. Oltre alle azioni offensive è possibile ricorrere ad una mossa di difesa, che riduce i danni subiti e velocizza notevolmente l’avanzamento nel turno successivo, ed è anche possibile cambiare i due personaggi sul campo di battaglia durante lo scontro. La velocità dei personaggi e il meccanismo delle interruzioni sono fondamentali per la buona riuscita di ogni battaglia: le magie in grado di velocizzare o rallentare l’azione di gioco sono veramente importanti.
La barra blu e rossa, un bello screenshot donatoci da Dom87!
Come in ogni gioco di ruolo che si rispetti, al termine di ogni scontro vengono assegnati dei punti esperienza che permettono ai personaggi di salire di livello e di guadagnare dei punti da spendere nell’albero delle abilità: ogni albero ha tre rami, ogni ramo è caratterizzato da specifiche abilità e da specifici potenziamenti che modificano le statistiche del personaggio in maniera differente. Sta al giocatore scegliere quale sviluppare e che personaggio ottenere. In Child Of light è anche possibile creare e incastonare nell’equipaggiamento di ogni personaggio degli Oculi, ovvero gemme che alterano le abilità dei personaggi – in base allo slot a cui vengono associate – e che aggiungono danni elementali alle armi. Ci sono circa sette gemme differenti che possono essere combinate e raffinate per creare gemme man mano sempre più forti. Le gemme più raffinate sono quelle brillanti, costituite da nove pietre levigate, formate a loro volta da ventisette pietre grezze. Ci vogliono un sacco di battaglie e un sacco di scrigni per far si che tutti i membri del party siano equipaggiati con gemme brillanti. I danni elementali, come avrete intuito, servono a dar vita al classico sistema di debolezze basato su carta-forbice-sasso, il fuoco vince sulla terra, la luce trionfa sulle tenebre e così via.
Pietre preziose come fossimo orafi
Ultimo elemento fondamentale nel battle system è Igniculus, piccola fatina da compagnia (che però non vi urlerà nell’orecchio odiosi “HEY, LISTEN!” di continuo) che vi accompagnerà sin dai primi momenti di gioco: questa piccola fata, oltre che tornarvi utile nella raccolta di alcuni speciali oggetti durante l’esplorazione, può anche rallentare l’azione dei nemici in battaglia, previa pressione di ZL una volta posizionata con il control stick o con il touch screen vicino ad un nemico, e curarvi. Per quanto riguarda la difficoltà invece, la progressione del giocatore è in linea con il genere: scegliendo di “livellare” un po’ i personaggi prima dei boss non si ha nessun problema nel sopraffare anche i più ostici, tuttavia se si desidera un livello di sfida più alto, è caldamente consigliato affrontare l’avventura a livello difficile (il livello di difficoltà impostato durante questa prova), in cui ogni battaglia richiede la giusta dose di tattica e prenderne una sottogamba potrebbe significare un game over.
Eccolo qui, il piccolo Igniculus, tanto carino quanto astuto
Ma quali sono le peculiarità della versione Wii U? In primo luogo il titolo sfrutta appieno il Miiverse, è possibile dunque condividere screenshot e commenti sui vostri momenti di gioco preferiti. Inoltre, tramite il browser di sistema, si possono salvare e condividere sui siti di sharing di immagini o sui social network gli screenshot scattati in game. Vi è poi la possibilità di giocare interamente il gioco in Off-TV, senza utilizzare quindi il televisore. Come già accennato prima, il tousch screen può anche essere usato per comandare Igniculus: il movimento tramite feedback tattile è decisamente più comodo e più reattivo rispetto a quello classico con le levette. Per quanto riguarda il multiplayer, un secondo giocatore può prendere il controllo della fatina, tramite un Wii Remote o in Wii Remote Plus, e aiutare il personaggio principale utilizzando i suoi poteri. Il gioco integra anche il servizio Uplay, svolgendo determinate azioni in-game saranno sbloccati obiettivi speciali da spendere nel marketplace del servizio come per ogni gioco Ubisoft. Sempre tramite questo servizio è possibile scambiare con i propri amici gli Oculi.
Se le parole di lode si sprecano, nella produzione di Ubisoft Montpellier c’è comunque qualche piccola sbavatura. Qualcuno potrebbe definire la trama del titolo troppo semplice, scontata e banale, ma sinceramente non ricordo fiaba con una trama complessa e ricca di intrecci come fosse un qualsivoglia libro di Murakami o un Metal Gear Solid. Gli stessi sviluppatori, al momento dell’annuncio, dichiararono di volersi liberamente ispirare ai film dello Studio Ghibli: alzi la mano colui che definirebbe complessa la trama de “Il Mio Vicino Totoro” o de “Principessa Mononoke“, opere tanto semplici quanto profonde e pregne di significato. Inoltre, la localizzazione in italiano non è impeccabile, qualche rima non è perfetta, e nelle fasi più avanzate del gioco potrebbe risultare difficoltoso seguire il filo del discorso. Niente di grave, ma sarebbe stata gradita un po’ più di cura sotto questo punto di vista.
Dopo aver giocato a Child Of Light per circa quattordici ore, tanto dura la modalità single player del titolo, posso tranquillamente affermare che il gioco è sicuramente un ottimo prodotto: non stravolge e non rivoluziona nulla, non è il punto di svolta del genere, ma è sicuramente un’affascinante fiaba!