Il direttore e il produttore di Mario Kart 8 (rispettivamente Kosuke Yakubi e Hideki Konno) hanno rilasciato un’intervista ad IGN in cui spiegano alcuni aspetti del gioco.
In particolar modo, si soffermano sugli oggetti, e sulla differenza che c’è tra quelli dell’episodio per 3DS (Mario Kart 7) e quelli che vedremo in quello per Wii U, sottolineando come questi siano fondamentali per il bilanciamento delle partite.
Già in Mario Kart 7 era possibile avere un pò di personalizzazione degli oggetti, potendo scegliere di correre gare in cui si usavano solo funghi o solo gusci verdi. Stiamo cercando di fare ancora qualcosa in più per quanto riguarda Mario Kart 8.
Stiamo cercando di venire incontro alle esigenze di quei giocatori che dicono “voglio correre senza oggetti” oppure “voglio correre con le bucce di banana come unico oggetto”. Penso che saremo in grado di esaudire desideri di questo tipo.
Vogliamo dare a tutte le persone, la possibilità di personalizzare le gare in base a ciò che vogliono. Ma allo stesso tempo vogliamo anche mantenere un’opzione di default che sia bilanciata, per coloro che non personalizzeranno.
Il bilanciamento del gioco è un elemento importantissimo per Mario Kart, a cui noi guardiamo e pensiamo molto. Penso al bilanciamento degli oggetti fin da quando iniziamo a sviluppare il gioco, e quando lo proviamo facciamo migliaia di partite per essere sicuri di aver trovato il giusto equilibrio. La nostra speranza è che i giocatori, possano notare questo equilibrio allo stesso modo di come lo notiamo noi.
Non è un aspetto casuale. C’è un sacco di lavoro dietro a questo equilibrio, e un sacco di aggiustamenti. Spero infatti che la gente possa capire che per arrivare a questi risultati noi facciamo molti sforzi.
Ma quello che speriamo di più è che anche se una persona perde una o due gare di fila, possa dire “oggi non sono stato fortunato, ma il gioco mi piace e quindi domani continuerò a giocarci”. Questo è ciò a cui stiamo puntando. Che le persone si sentano “vicine” al gioco, e vogliano tornare a giocarci.
Potete trovare l’intera intervista (in lingua inglese) cliccando al link qui sotto.