Nintendo QuestiOn #15 – I Conga prima di Donkey

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L’altro giorno, parlando tra noi dello staff, Pittanza salta fuori con una foto di Donkey Konga.

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Se non avete idea di cosa sia, vi consiglio di porre immediatamente rimedio: vi siete persi un gioco musicale molto divertente per GameCube, che si rifà al più noto Taiko no Tatsujin.

Nintendo, in collaborazione con Namco, realizzò nel 2003 questo gioco musicale in cui si usavano un paio di bonghi. Nella schermata di gioco comparivano i tasti e il giocatore doveva premere a ritmo di musica il bongo sinistro, destro o entrambi, oltre che applaudire quando richiesto.

Donkey Konga uscì per GameCube ed ebbe due seguiti (il terzo rimasto esclusivamente in Giappone).

Ma Nintendo non si fossilizzò sul genere musicale – il più naturale per la periferica – e realizzò anche un grandioso platform, che prevedeva l’uso dei bonghi per controllare il nostro scimmione in cravatta: Donkey Kong Jungle Beat. Vi dico solo che Jungle Beat è tuttora uno dei miei platform preferiti, quindi giocateci se non l’avete mai fatto (la versione originale con i bonghi, non la versione Wii).

Nintendo però è sempre stata all’avanguardia. Lo sapevate infatti che molto prima di questi giochi vennero realizzati gli Ele-Conga?

Negli anni settanta Nintendo, prima di buttarsi completamente nel settore videoludico, ha esplorato anche altri orizzonti. Gli Ele-Conga rientrano nell’insieme di quei prodotti sviluppati in quegli anni.

Gli Ele-Conga

Gli Ele-Conga sono frutto del genio creativo di Gunpei Yokoi e vennero rilasciati nel 1972 al costo di 9800 yen (oggi circa 70 euro, ma bisogna considerare il valore dello yen di quegli anni) in tre varianti colore: beige, rosso e verde.

Come si intuisce dal nome, non stiamo parlando di semplici conga, ma di conga elettronici: la superficie superiore dello strumento presentava 5 tasti, che emettevano vari suoni e che potevano anche essere premuti contemporaneamente. Il tasto S per il rullante, i tasto M per le maracas, il tasto C per il battimano, HC per i toni alti del conga e infine LC per i toni bassi. Il tutto richiedeva l’utilizzo di ben 8 batterie (6 di quelle grosse, 2 di quelle stilo AA)!

I tasti dell'Ele-Conga

Pur essendo molto giocattolosi nello stile, permettevano svariate possibilità creative e si potevano persino collegare ad amplificatori esterni.

Oltre agli Ele-Conga, era stata realizzata una periferica complementare, l’Autoplayer.

Ele-Conga e Autoplayer

La periferica, acquistabile separatamente per il costo di 1200 yen (ad oggi circa 8,50 euro), si collegava agli Ele-Conga e permetteva di eseguire basi già esistenti. Dopo aver appoggiato nell’Autoplayer la scheda forata, bastava ruotare la manopola per sentire la melodia. Un po’ quello che accade con i carillon manuali.

Autoplayer

I dischi prestampati all’interno della confezione erano otto e comprendevano Beguine, Bossa-Nova, Cha-Cha, Chindon-Ya (una marcia giapponese), Mambo, Rhumba, Rock e Samba. Non mancavano comunque delle schede vuote da forare per dare libero sfogo alla propria creatività musicale.

Il blog Before Mario, da cui abbiamo preso la maggior delle informazioni e delle immagini, ha anche reso disponibile online a questo indirizzo le tracce audio eseguibili tramite Autoplayer. Inoltre, se volete approfondire la vostra conoscenza degli Ele-Conga, potete guardare questo video sempre realizzato da Before Mario.

Nintendo è stata molto all’avanguardia nella ricerca e nella sperimentazione, realizzando spesso prodotti molto intriganti. Gli Ele-Conga erano sicuramente un’esperimento interessante che permetteva a chiunque di avvicinarsi a questo strumento a percussione, magari invogliandolo poi a imparare a suonare un conga vero. Di certo è vero che grazie agli Ele-Conga con una mano sola potevate dare del filo da torcere a Gloria Estefan.

Vi lascio infine con questa perla, una locandina pubblicitaria dal sapore molto retro degli Ele-Conga.

Ele_Conga_pubblicità

Fonti:Before Mario
Nintendo WikiaWorthPoint

Gorges, F. (2012). La storia di Nintendo, Volume 1.1889 – 1980: dalle carta da gioco ai Game & Watch (p. 154). (Trad. di Esposito, E.). Terni: Multiplayer.it Edizioni

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