“Chi vuol lavoro degno, assai ferro e poco legno”
Chiunque stia leggendo questa recensione conoscerà sicuramente gli RPG o quantomeno conoscerà il genere di cui si parla.
Essi ci conducono spesso in mondi fantastici, al comando di uno o più eroi da impersonare lungo interminabili ed estenuanti viaggi insieme a decine e decine di personaggi secondari, affrontando infinite quest e subquest.
Vediamo crescere il nostro personaggio, acquisire nuove abilità o magie, utilizzare armature, armi ed oggetti sempre più potenti, affrontndo poi nemici sempre più grandi e difficili da sconfiggere fino a giungere all’obiettivo finale e all’epica conclusione del gioco che ci lascerà con un appagante senso di soddisfazione ed onnipotenza, con la sensazione di poter affrontare qualsiasi cosa ci si pari davanti con facilità.Perfetto, adesso dimenticatevi tutto.
Ecco a voi…
WEAPONS SHOP DE OMASSE!
Il gioco è sviluppato dalla Level-5, creatrice delle serie del Professor Layton e di Inazuma Eleven, e fa parte della Guild01, una raccolta di videogiochi comprendente anche da Liberation Maiden, Aero Porter e Crimson Shroud, già usciti in Europa l’anno scorso.
L’unico che mancava all’appello era, appunto, Weapon Shop De Omasse che finalmente approda, tramite eShop del 3DS, al di fuori del Giappone.Il gioco è stato ideato dal comico Yoshiyuki Hirai che, insieme a Tetsuya Yanagihara, forma il duo comico America Zarigani, estremamente famoso in Giappone.
Hirai è un profondo conoscitore dei videogiochi e delle meccaniche degli RPG, conoscenze che verranno mescolate ad una fortissima carica ironica e insieme andranno a plasmare il titolo.
Il ferro nelle mani del fabbro valente diventa acciaio.
Subito dopo il curioso filmato introduttivo, durante il quale l’unica cosa che ci ronzerà in testa sarà: “ma… ho comprato il gioco giusto?”, vestiremo subito i panni del giovane apprendista fabbro Yuhan impegnato nel tentativo di risollevare i guadagni del negozio d’armi in crisi, operando un deciso cambio nella sua conduzione:
da quel momento le armi non si dovranno vendere bensì affittare!Il gioco non si basa infatti sui combattimenti, non si hanno spazi sconfinati davanti ma sempre e solo il piccolo negozietto in cui saremo impegnati, tutti i giorni, a forgiare armi per gli avventurieri di passaggio.
Vi è un’estrema varietà sia nell’uno che nell’altro caso.
Le armi, infatti, sono distinte in lame, spade, pugnali, katane, dao, asce, lance e mazze e alcune posso essere anche di due diversi tipi contemporaneamente.
Gli eroi a cui le dovremo affittare sono invece tra i più strani ed autoironici personaggi che si siano mai visti.
Si passa dall’Eroe (con la “E” maiuscola) senza macchia e senza paura con un particolarissimo accento francese al ninja depresso e sfruttato, alle due gemelle acrobate alla pirata fino all’improbabile proprietaria di una compagnia di prodotti di bellezza.Ad affiancarli troviamo anche gli NPC, personaggi senza nome che visitano lo shop a cadenza regolare chiedendo armi senza uno scopo ben preciso. Le loro quest sono infatti di 2-3 tipi diversi e tendenzialmente tutte uguali tra di loro. La loro unica utilità è quella di rimpinguare un po’ la cassa del negozio in caso di successo, ma diventano presto noiose e non ci si farà più caso.
Tutti i personaggi principali seguono una loro personale storia, differenziata da tutte le altre, ma esse saranno scandite dall’avvicinarsi del Signore del Male.
Ogni giorno dovremo creare nuove armi che si faranno via via più potenti per permettere a ogni singolo eroe di completare la sua missione. Solo in quel caso, infatti, vedremo tornare la nostra arma, potenziata nelle statistiche grazie ai combattimenti, e soprattutto riceveremo il compenso per l’affitto e materiali che potremo utilizzare nella forgiatura per aumentare attacco e probabilità di critico delle nuove creazioni ed aggiungere effetti, come il veleno, o elementi, come fuoco o tuono.
Ogni uomo è fabbro del proprio destino.
Se fino a qui abbiamo parlato di un gioco di ruolo, durante le fasi di forgiatura il gameplay si modifica radicalmente trasformandosi in un rhythm game vero e proprio: avremo davanti a noi un informe blocco di ferro da plasmare, con il solo utilizzo dello stilo e dello schermo inferiore del 3DS, battendolo a ritmo con la musica.
Sulla parte superiore dello schermo è presente la classica barra di scorrimento con i vari segnali che ci indicano al giocatore quando colpire ottenendo così svariati bonus agli attributi delle armi.
Nella parte inferiore è presente l’indicatore della temperatura.
Battendo l’arma nel momento in cui l’indicatore si trova nella zona centrale, quella rossa, otterremo un maggior punteggio. Si dovrà stare attenti, quindi, a non far raffreddare troppo il blocco né a farlo riscaldare troppo, dosando per bene l’infusione nelle braci ardenti e nell’acqua.
Il problema, grave, di questa sezione è l’estrema monotonia. Se per i primi momenti può sembrare una cosa divertente alla lunga diventa semplicemente noioso. Le canzoni sono sempre le solite 4 o 5, il ritmo delle suddette è sempre uguale, non si percepisce mai un vero e proprio incremento della difficoltà e, a un certo punto, creare un arma diventerà più un peso che un piacere.
Passo successivo alla forgiatura è la lucidatura delle armi. Una volta completate non si avranno al massimo dei potenziamenti possibili, essi si potranno raggiungere solo con una veloce pulizia, effettuata semplicemente strofinando il pennino, più e più volte, su entrambi i lati. Anche in questo caso si ritorna al problema della forgiatura ovvero, perdonate la ripetizione, l’estrema monotonia.
L’operazione di pulizia si esegue semplicemente passando lo stilo sullo schermo inferiore, senza necessariamente prestare attenzione, in maniera meccanica. Anche in questo caso la noia non tarderà ad arrivare (e arriverà MOLTO prima rispetto alle fasi di forgiatura).
Come faremo però ad essere sicuri che gli eroi a cui affideremo il frutto del nostro lavoro faranno ritorno per pagare il compenso e, soprattutto, riportare la spada, la lancia o l’ascia affittata?
Semplice: tramite le armi Hyuan può ascoltare ciò che i momentanei proprietari diranno durante la loro missione.
Tutto ciò è possibile tramite il Grindcast, una specie di sfera divinatoria posata sul tavolo del negozio.Al giocatore i pensieri saranno trasmetti in perfetto stile Twitter, tramite dei brevissimi messaggi che compariranno a schermo e che potremo far scorrere più velocemente per far terminare prima le varie quest. In un primo momento potrà sembrare una cosa divertente ma, con 8/9 quest attive contemporaneamente, sarete sommersi da messaggi e leggere costantemente il flusso ininterrotto di parole diventerà un fastidio più che altro.
E’ stata inserita la possibilità di leggere i messaggi di un solo personaggio ma non c’è la possibilità di effettuare una distinzione e leggere, per esempio, solo i pensieri degli eroi principale o solo quelli degli NPC o, ancora, solamente quelli di determinati soggetti scelti da noi.
O tutti, o uno solo, stop.
Weapons Shop de Omasse è un gioco che fa dell’originalità uno dei suoi cavalli di battaglia. E’ come assistere ad un GDR dall’esterno, dalla parte di uno dei Personaggi Non Giocanti che viene qui eletto a protagonista, ad elemento cardine di tutte quante le avventure che si svolgono per le terre vicine. E’ purtroppo sommerso da troppi, troppi problemi per potersi elevare al di sopra della mera sufficenza. E’ ripetitivo, alla lunga frustrante e quasi fastidioso. Quando, per forgiare la vostra cinquantesima arma sentirete nuovamente la stessa canzone ascoltata almeno altre venti volte, il martello vorreste averlo voi in mano.. per infierire sul 3DS! Se riuscirete, invece, ad armarvi di pazienza, vi potrete godere comunque una sceneggiatura scritta alla perfezione, con una carica comica ed autoironica che difficilmente potrete trovare in una qualsiasi altra produzione.

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