Il Professor Layton e l'eredità degli Aslant

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Genere: Puzzle
Multiplayer: –
Lingua/e: Italiano

Signori, il momento è infine giunto: indossate la vostra tuba, mettetevi l’abito buono e rispolverate le vostre maniere più garbate. Abbiamo giusto il tempo di concederci una calda e fumante tazza di thè (rigorosamente Earl Grey, grazie) prima di partire, insieme al gentiluomo per antonomasia, e vedere dove conduce l’ultima fatica dei mai troppo lodati Level-5, Il Professor Layton e l’Eredità degli Aslant.

Giunge così al termine anche questa seconda trilogia della saga del professor Layton che, nel corso delle sue sei iterazioni, ha saputo conquistarsi una grande fetta di appassionati, a discapito della sua natura radicalmente differente rispetto ai generi più mainstream del momento (pensate che roba, è possibile terminare l’avventura senza sparare! Roba da non credere!). Se dal punto di vista dei nostri amici virtuali le avventure sono ben lungi dall’essere terminate (dovendo ancora, cronologicamente parlando, cimentarsi nelle indagini dei primi tre titoli della serie), inserendo la cartuccia nel 3DS avrete invece la sensazione che un cerchio stia per chiudersi e che, nel bene o nel male, le cose non potranno più essere come prima. Sarà quindi forse per questa sorta di “effetto malinconia”, figlio della consapevolezza di essere quasi giunti al termine di un viaggio, che l’approccio al gioco è quasi timoroso: ci si troverà a leggere i dialoghi con particolare cura, a esplorare gli scenari con meticolosità e, più in generale, a gustarsi con estrema calma ogni momento, progredendo quasi a malincuore. E’ un po’ come trovarsi all’ultimo bicchiere di una pregiata bottiglia di vino d’annata e centellinarlo, assaporandone ogni sorso in maniera da farlo durare il più a lungo possibile. Non pensiate però che il gioco si sostenti, pigramente, solo su queste soggettive sensazioni (che funzionano per lo più sui vecchi sentimentalisti, come il sottoscritto): insieme al buon vino c’è anche un delizioso piatto di succulento arrosto.

La cura riposta nella realizzazione del titolo è veramente molta e i ragazzi di Level-5 meritano un plauso per aver evitato una mera e pedissequa riproposizione del solito canovaccio, riuscendo a donare una certa freschezza a questo sesto capitolo delle avventure del professore inglese. Intendiamoci, la struttura è quella apprezzata e ben collaudata dei titoli precedenti: non ci sono novità sorprendenti ma difficilmente si avrà la sensazione che il gioco si “trascini” o che le meccaniche siano logore. Il merito di ciò va certamente a un impianto di gameplay solido e ben studiato ma anche, udite udite, un ritmo di gioco decisamente più vivace e frizzante del solito.

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I veterani della serie non avranno difficoltà a trovarsi subito a loro agio una volta inserita la cartuccia nel 3DS: schermo del titolo, inserimento del nome e via con l’incipit, in medias res, che ci catapulta subito nel cuore del gioco. I primi minuti, come da prassi, sono dedicati a un breve tutorial e all’esposizione delle premesse narrative: questa volta il Professor Hershel Layton, accompagnato dalla fida assistente Emmy e dall’inseparabile Luke, si sta dirigendo nella fredda Frostborg, un’innevata cittadina che rappresenterà la prima tappa della sua nuova avventura. Il motivo di questo viaggio è da ricercare nella lettera che Layton ha ricevuto dal Professor Sycamore, stimato studioso e archeologo, che riferisce di una sua sorprendente scoperta: una mummia vivente! Incuriosito e sorpreso dalla cosa, Layton decide allora di accettare l’invito di Sycamore di recarsi sul luogo della scoperta, considerato anche il fatto che il ritrovamento della mummia pare avere una qualche connessione con gli Aslant, misteriosa e antichissima civiltà intorno cui ruoteranno le vicende del gioco. Ovviamente non avrete da me una parola in più sulla trama che, come sapete, rappresenta uno dei cuori pulsanti dell’esperienza di questa serie (inoltre non sarebbe da gentiluomini rovinarvi il gusto della sorpresa). Sappiate solo che la narrazione procede in maniera leggermente più lineare rispetto ai capitoli precedenti: ci sono in totale dodici misteri da risolvere (rispetto ai dieci canonici), ma la maggior parte di questi si esaurisce in un arco narrativo piuttosto breve, senza avere effetti tangibili sul prosieguo della storia. Il motivo di ciò è da ricercarsi soprattutto nella scelta della struttura di gioco che, anziché focalizzarsi esclusivamente su una singola località, trascinerà i nostri amici in giro per il mondo. Senza timore di rivelarvi alcunché di compromettente (lo ripeto, siamo dei gentiluomini!) posso però accennarvi al fatto che la vicenda di gioco si svilupperà in maniera tale che, ad un certo punto, avrete la possibilità di visitare molti luoghi differenti, ognuno dei quali può essere visto come una piccola indagine a sé stante ed auto concludente, con un mistero, personaggi e situazioni dedicate. A questo mi riferivo quando accennavo a un ritmo di gioco più frizzante: la varietà e la diversità di situazioni che si incontreranno qui non ha veramente eguali nella serie. Il pegno da pagare per questa maggior “dinamicità” è però rappresentato da un certo grado di spezzettamento della trama che, pur sviluppandosi in maniera coerente, risulta meno sfaccettata e interconnessa rispetto agli altri titoli. La qualità della narrazione è peraltro buona, forse un po’ troppo lineare e impostata per i canoni della serie, ma non mancheranno comunque colpi di scena e rivelazioni sorprendenti, sebbene alcuni sviluppi siano un po’ “telefonati”.

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L’impianto generale di gioco è in tutto e per tutto coerente con quanto abbiamo imparato ad apprezzare nei capitoli precedenti. In quella che certamente è una delle migliori interfacce provate su portatile Nintendo, il touch screen è padrone incontrastato della scena, dalla risoluzione degli enigmi, all’esplorazione degli scenari, alla navigazione nei menù: il tutto è sempre molto intuitivo e immediato, anche nel caso degli enigmi più complessi. Gli scenari sono ricchissimi di particolari e pieni di segreti da scovare: sotto questo punto di vista il passo in avanti rispetto agli altri capitoli della saga è evidente. L’interattività con l’ambiente è stata notevolmente migliorata, con tantissimi elementi a schermo “touchabili” per ottenere enigmi nascosti, monetine aiuto, commenti assortiti da parte dei protagonisti o …nulla (vedere la lente che diventa arancione su un elemento, cliccarci sopra e ottenere in cambio solo uno sbuffetto di polvere è … strano!).

Il cuore dell’esperienza è rappresentato dagli enigmi, 150 in totale quelli presenti, che si frapporranno tra Layton, Luke ed Emmy e la risoluzione del mistero che circonda gli Aslant. La difficoltà di ogni enigma è rappresentata, come sempre, dai “picarati”: più la difficoltà è elevata, più picarati si guadagnano (perdendone una piccola quantità in caso di risposta errata) per sbloccare dei gustosi contenuti aggiuntivi accedendo alla sezione “extra” dal menù principale. La qualità e la varietà di enigmi presenti sono notevoli, considerando anche che, arrivati al sesto capitolo, sarebbe stato facile cadere nella ripetitività o banalità (come successo, parzialmente, in qualcuno dei titoli passati). Anche a livello visivo il team di sviluppo ha cercato di introdurre qualche variante, con piccole animazioni presenti sullo schermo superiore del 3DS mentre sul touch screen viene visualizzato l’enigma vero e proprio: ininfluente ai fini del gameplay ma gradevole da vedere. Sono presenti quesiti che stimoleranno lo spirito d’osservazione, altri che metteranno alla prova le capacità logiche, altri ancora saranno più focalizzati sulla matematica (arghhhhh!!!!!!!!!). Ce ne sono poi alcuni che potremmo definire “interattivi”, dove in pratica è necessario risolvere l’enigma osservando ciò che accade sullo schermo superiore: ad esempio scrutando dei fiocchi di neve cadere e cercando di individuare quale delle quattro forme proposte sullo schermo inferiore non è presente. Tali enigmi, proponendo un impianto leggermente differente dal solito, sono indubbiamente i più freschi e divertenti ed è un peccato che ce ne siano solo una manciata. Per quanto riguarda la difficoltà, ci è parso che il livello sia leggermente più basso rispetto a quanto proposto in passato: il numero di monetine aiuto è sempre esageratamente alto, tanto da permetterne un utilizzo “a cuor leggero”, ove invece sarebbe possibile giungere alla soluzione senza aiuti di sorta. Sono inoltre presenti in minor numero quegli enigmi “rompicapo” (sullo stile “Libera la Regina”…ve lo ricordate?) la cui risoluzione poteva portare via diverso tempo a causa della loro complessità.

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L’avventura principale vi terrà impegnati per un buon numero di ore: a noi ne sono servite quasi venti per concludere la storia, (con una ventina di enigmi che mancano all’appello). Oltre a questo, c’è parecchio altro materiale che terrà il vostro 3DS acceso per molte e molte ore: la valigetta che Layton si porta appresso nei suoi viaggi (come ogni gentiluomo che si rispetti) è infatti colma di attività da portare a termine. Sono presenti, come da tradizione, tre minigiochi (non vi anticipo nulla, lascio a voi il piacere della scoperta, sappiate che due di essi vi daranno filo da torcere), la sezione misteri, il menù episodi e una nuova voce, il “World Times”.  In pratica, procedendo nell’avventura, Layton riceverà da una sedicente reporter degli articoli di giornale riguardanti alcuni fatti curiosi e stravaganti accaduti in giro per il mondo, sui quali è possibile indagare. Sarà così possibile instaurare nuovi dialoghi con personaggi già conosciuti o accedere a nuove aree in precedenza precluse e scovare nuovi enigmi da risolvere: in pratica un piccolo espediente per incoraggiare il giocatore a visitare nuovamente scenari già esplorati in precedenza. Come? Ancora non vi basta? Non vi preoccupate perché i ragazzacci di Level-5 hanno pensato a voi, insaziabili divoratori di enigmi! Fa infatti il suo gradito ritorno la modalità “un enigma al giorno”, che vi assicurerà altri 365 quesiti da risolvere (uno al giorno per un anno dalla data di uscita del gioco) oltre ai 150 principali, mentre una novità è rappresentata dalla sezione “Caccia al tesoro”, che sfrutta la componente social del 3DS, lo streetpass. In pratica, esplorando gli scenari con cura, capiterà di scovare degli oggetti misteriosi con i quali sarà possibile creare una lista e sfidare altri utenti, via streetpass, a scovare tali oggetti nel mondo di gioco. Accettando e risolvendo sfide di altri giocatori, si guadagneranno punti utili a sbloccare alcuni premi che aumenteranno con il progredire della storia.

Sotto l’aspetto estetico e artistico, questo Professor Layton si merita applausi a scena aperta. Lo stile unico della serie raggiunge qui la sua piena maturità, senza sbavature di sorta, con una pulizia grafica splendida, e con un’armonia e coerenza tra scenari, personaggi e narrazione ottime, considerando anche l’estrema varietà di ambientazioni rappresentate. L’effetto 3D è realizzato impeccabilmente, offrendo una profondità di campo notevole, senza però mai risultare fastidioso: l’intera avventura è perfettamente godibile col selettore 3D alzato al massimo, caratteristica che non tutti i titoli per 3DS possono vantare. Ottimi anche gli intermezzi animati (o cut scenes, come amano definirle i giovani d’oggi), mai invadenti e inseriti con perizia tra una fase di gioco e l’altra per dare il giusto risalto ad avvenimenti importanti o, più semplicemente, per offrire una panoramica degli scorci più belli. Non da meno è il comparto sonoro: la qualità del doppiaggio italiano è ottima, mentre le splendide musiche accompagnano ciò che succede a schermo con armonia e dolcezza. L’accompagnamento di violini, violoncelli e chitarre crea le calde melodie cui la serie ci ha abituati, questa volta con una punta di malinconia percepibile in alcuni passaggi: quando ascolterete la musica di Londra capirete di cosa sto parlando.

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Come avrete dunque potuto intuire, il giudizio su Il Professor Layton e l’eredità degli Aslant è ampiamente positivo e rappresenta una chiusura in grande stile dell’esalogia preferita dai videogiocatori amanti dell’enigmistica: chi ha amato gli episodi precedenti, troverà in gran spolvero tutti gli elementi che hanno reso la saga così amata e popolare. Se proprio vogliamo trovare il pelo nell’uovo, possiamo dire che la trama è leggermente sotto tono e che, a conti fatti, l’asticella della difficoltà sia stata abbassata un po’ troppo, ma sono veramente problemi minori, difficilmente in grado di intaccare l’esperienza totale.

Ci domandiamo anche, arrivati a questo punto, quale sarà il futuro del Professore. Sei capitoli rappresentano la testimonianza innegabile di successo, ma ora, chiuso questo secondo ciclo narrativo, sarà interessante capire che direzione Level 5 vorrà far prendere al brand: continuare su questa strada? Esplorare nuove possibilità (come il cross over con Phoenix Wright farebbe presagire)? O tentare coraggiosamente il salto verso il WiiU (col Gamepad che pare fatto apposta per risolvere enigmi come se non ci fosse un domani)? Noi, da veri gentiluomini, attenderemo pazientemente la risposta.

Voi, nel frattempo… correte a comprarlooooooooooooooooooo!!!

9

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