[Games Week] Hands on – Assassin's Creed IV: Blackflag

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Puntuale come il modulo delle tasse, si avvicina il periodo che vede l’uscita di un nuovo capitolo di Assassin’s Creed: purtroppo l’appuntamento per il fedeli del credo dotati di WiiU è stato rimandato di qualche settimana, quindi, in attesa di sgozzare gole con la lama celata e cannoneggiare vascelli, diamo un’occhiata a quanto ha da offrirci questo Assassin’s Creed IV: Blackflag.
Questo capitolo IV (sulla carta, perché in realtà, come sappiamo, siamo al sesto), riprende molto da vicino quanto visto nell’ultimo episodio, con tutti i pregi e difetti del caso. Non è stato possibile provare direttamente la versione WiiU, bensì quella PS4, quindi questa analisi è al netto delle caratteristiche specifiche del Gamepad, che presumibilmente non si discosteranno molto da quanto visto per AC III.
Nella porzione di gioco a disposizione era possibile girovagare su un’isola, cimentandosi in varie attività quali scovare scrigni e tesori, giocare d’azzardo, salire sui punti d’osservazione, assoldare guerrieri e danzatrici o accettare le varie missioni presenti. L’unica a disposizione era la classica “origlia i discorsi, individua l’obiettivo ed assassina“, quindi nulla di nuovo: ovviamente la speranza è che il ventaglio di situazioni sia il più ampio possibile per garantire una varietà sufficiente durante il corso dell’avventura. Le dinamiche di gioco sono in tutto e per tutto quelle caratteristiche della serie e, una volta ripresa confidenza coi comandi, non si fa nessuna fatica a calarsi nei panni di Edward Kenway: l’armamentario a disposizione è molto variegato e si compone di sciabole, pistole e l’immancabile e letale lama celata. Una novità degna di nota è rappresentata dalla cerbottana, utilissima per adottare un approccio stealth nelle missioni, tattica peraltro spesso consigliata dato l’alto numero di guardie che, una volta individuato il giocatore, accorreranno per fare la pelle al nostro pirata assassino.
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Oltre le fasi di esplorazione e assassinio “terrestri”, giocano un ruolo fondamentale le sezioni marittime. Uno degli aspetti più apprezzati da AC III, infatti, è stata proprio l’introduzione delle missioni a bordo della nave: le furibonde battaglie contro i vascelli inglesi, tuttavia, restavano circoscritte e limitate a poche situazioni ben definite. Qui tale caratteristica è stata espansa ed ampliata all’ennesima potenza: sarà possibile, in qualsiasi momento della partita, salire a bordo del proprio vascello, scorrazzare liberamente per il Mar dei Caraibi e raggiungere un’altra isola, senza interruzioni o caricamenti di sorta. La sensazione di open world è veramente spiccata e il senso di immersione ne beneficia enormemente, garantendo una libertà senza precedenti nella serie. Anche la varietà delle battaglie navali è stata aumentata, con l’introduzioni di diversi modelli di nave che troverete a solcare i mari, tutte assaltabili per razziarne il bottino, che dovrebbero rendere più interessante la vostra carriera da novello saccheggiatore del Mar dei Caraibi. L’unica, lieve, critica che mi sento di muovere è alla manovrabilità delle navi, forse esageratamente concessiva: troppo facile ed immediato virare a babordo o tribordo con dei bestioni di svariate tonnellate di peso. Si tratta probabilmente una scelta atta a facilitare la giocabilità complessiva del titolo che però, almeno all’apparenza, non sembra averne bisogno.
Il dettaglio degli ambienti è molto curato ed è evidente la volontà di Ubisoft di ricreare il più fedelmente possibile i paradigmi dell’ambientazione piratesca: vegetazione rigogliosa, villaggi ed accampamenti popolati da personaggi dalla dubbia moralità e alticci che cantano a squarciagola per poi dedicarsi a risse e gioco d’azzardo.
La ricrezione del background è decisamente ben riuscita e coinvolgente e potrebbe rappresentare uno dei punti di forza del gioco, riportandoci alla mente quanto visto nei recenti film “Pirati dei Caraibi“.
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L’unico, sostanziale, problema che mi sento dunque di appuntare a questo Assassin’s Creed è che… sa “poco” di Assassin’s Creed. Il brusco cambio di setting che ha portato le fila della saga nei meandri della Rivoluzione Americana prima, e nel mondo piratesco ora, ha fatto perdere alla serie la sua identità di fondo. È sì vero che, potenzialmente, la saga ha delle caratteristiche tali da poter essere inserita, più o meno agevolmente, in qualsiasi periodo storico, ma la coerenza e la coesione di fondo che erano state così ben costruite con le vicissitudini dei primi quattro capitoli sono andate fondamentalmente perdute con l’avvento di Connor e del continente americano. Un certo peso in questa sensazione è probabilmente dovuto al fatto che il fascino delle ambientazioni mediorientali e italiane è molto difficile da eguagliare (anche grazie al carisma di Ezio ed Altair rispetto all’anonimo Connor), tuttavia il tessuto storico stesso della Rivoluzione e del mondo piratesco mal si adatta ad ospitare il secolare scontro tra Templari ed Assassini.
Detto questo comunque, il gioco pare avere una marcia in più rispetto al suo predecessore. Restiamo però dell’idea che il brand avrebbe bisogno di un attimo di “respiro” per permettere agli sviluppatori di ricalibrare con calma le idee che possano dare alla saga una direzione certa e coerente.
AlessandroDL
Io seguo da sempre Nintendo: non ho mai comprato una PlayStation o una Xbox, quindi non ho potuto giocare a titoli celebri che, solo ora grazie all’avvento del Wii U, sono finalmente a mia disposizone.
Uno di questi  è proprio Assassin’s Creed 3: sebbene fosse il quinto capitolo della saga, l’ho preso e giocato a fondo lasciando (per forza) perdere i precedenti. Nonostante questo l’ho apprezzato davvero tanto: la storia, le ambientazioni… e sopratutto i combattimenti accompagnati da un fantastico brano musicale. Impossibile non menzionare anche la colonna sonora! Davvero stupenda!
Fatico a capire come in meno di un anno, senza soste, Ubisoft riesca a sfornare un titolone dietro l’altro. Tornando ad AC3, trovo che sia davvero senza limitazioni, potendo fare di tutto: cacciare e scuoiare animali, arrampicarsi sugli alberi e rupi, attaccare i nemici in ogni modo possibile… cosa non si poteva fare ditemi voi… E per la prima volta, si potevano effettuare delle battaglie navali!!! Oh Yeah!
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Quest’ultima caratteristica, anche se poco marcata durate il gioco ha ricevuto consensi piuttosto diffusi: simulare la guida di un enorme vascello, dove si doveva decidere l’apertura delle vele, quando abbassarsi per diminuire i danni, fare fuoco con i cannoni laterali… sono tutte cose che hanno davvero interessato i giocatori.
Ubisoft ha ben chiara la cosa e infatti, in Assasin’s Creed IV, le battaglie navali saranno più presenti durante la storia principale e come componente esplorativa, proprio perché il nostro nuovo protagonista, Edward Kenway, è un pirata.
Le novità di questo nuovo titolo sembrano minori rispetto al precedente, riprendendone in buona parte la struttura. Per molteplici punti di vista, sembra lo stesso identico gioco, anche tecnicamente, ma non mancano le novità come l’esplorazione dei fondali o l’utilizzo delle navi per muoversi liberamente nell’area di gioco.
Se siete fan della Saga, come ormai lo sono anche io (Assassin’s Creed III mi ha davvero convinto) non dovete farvelo scappare!
Il problema è: Ubisoft ne avrà ancora per molto? Sappiamo tutti che la saga garantisce introiti eccezionali… ma sarà arrivato il momento di chiudere il cerchio?

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