I ragazzi di Ubisoft si devono essere immedesimati molto bene, forse troppo, nella oppressa realtà di Watch Dogs: addetti alla security dall’aria truce fuori dalla stand, una spessa tenda a coprire l’interno dell’area dove si teneva la dimostrazione, ossessione per la segretezza (una ragazza che stava registrando le parole dello standista Ubisoft è stata redarguita e obbligata a cancellare il file audio dal telefonino) e vietatissimo fare foto. Noi comunque, incuranti del pericolo, ci siamo infiltrati stoicamente in tutto questo per dare un’occhiata al promettente open world targato Ubisoft.
Premessa: arrivato allo stand di Watch Dogs (con tanto di sgomitate per mantenere il posto in fila), scopro, con disappunto, che non sarà possibile provare il gioco, ma che ci sarebbe stata solo una demo live giocata da uno standista Ubisoft. La cosa mi lascia un po’ contrariato, e mi è parsa una scelta parecchio strana considerando anche che il gioco sarebbe dovuto uscire il mese prossimo e, quindi, ci si aspettava una versione pressoché definitiva e giocabile. In ogni caso la dimostrazione, durata un buon quarto d’ora, si è rivelata essere molto interessante.
La demo si apriva con Aiden, il protagonista del gioco, intento a passeggiare per uno dei numerosi quartieri della città. La prima cosa che salta all’occhio è che il mondo in cui è ambientato Watch Dogs, una ricostruzione di Chicago più o meno fedele, è vivo e pulsante. Sotto questo punto di vista il lavoro dei ragazzi di Ubisoft è davvero impressionante: la gente passeggia, fa compere, parla, interagisce, le auto sfrecciano per la strada e il vento scuote le chiome degli alberi. La mole e la qualità di poligoni a schermo è veramente eccezionale, ma dietro a cotanta magnificenza c’era il barbatrucco (che ho scoperto solo al termine della presentazione torchiando l’addetto Ubisoft): la demo visionata girava su pc, quindi è facile immaginare che il livello di dettaglio su console sarà inferiore (e siamo particolarmente curiosi di capire come sarà la resa visiva su WiiU).
Dettagli estetici a parte, dopo averci fatto ammirare uno scorcio di città, abbiamo avuto un assaggio di una breve missione, il cui scopo era quello di infiltrarsi in un complesso della CtOs, l’organizzazione che pare muovere le fila del controllo dell’intera città. Arrivando ad hackerare un determinato terminale, si avrà infatti accesso alla rete informatica dei quartieri circostanti e quindi la possibilità di controllare telecamere, semafori et similia: il criterio è un po’ quello dei punti di osservazione di Assassin’s Creed. L”infiltrazione nella base è stata molto low profile: Aiden è riuscito ad adottare un approccio stealth, sfruttando le coperture e muovendosi con circospezione ma, soprattutto, avvalendosi del suo poliedrico palmare. Ad esempio, hackerando e attivando un carrello elevatore per distrarre una guardia o, più semplicemente, utilizzando le telecamere di sorveglianza per controllare i movimenti dei nemici: le opzioni in questo senso appaiono molte e dovrebbero contribuire, ad offrire diversi modi di affrontare le missioni. Ovviamente è anche possibile essere più spavaldi, adottando la tattica “Rambo” ed sfondando il cancello con i fucili spianati, ma l’intelligenza artificiale della CPU appare abbastanza reattiva e sconsiglierebbe di adottare tale strategia. Per darci prova di ciò, è stato piazzato un esplosivo in un punto defilato del complesso: una volta attirata una guardia nei paraggi è stato fatto esplodere. Immediatamente nella base è scoppiato il finimondo con parecchi nemici che sono accorsi e, una volta individuato Aiden, si sono messi in copertura sparando a tutto spiano e tentando manovre di aggiramento. L’addetto Ubisoft che teneva la dimostrazione, tuttavia, ha fatto piazza pulita con relativa facilità, sfruttando anche l’immancabile Bullet Time di cui è possibile avvalersi al prezzo del consumo di una speciale barra.
Le potenzialità del titolo paiono dunque essere decisamente interessanti: semplicemente passeggiando per la città è possibile “spiare” decine di PNG (e la varietà di profili tratteggiati pare veramente immensa), e così facendo capita di incappare in missioni secondarie. Nel prosieguo della demo infatti Aiden ha individuato, in un vicolo appartato, una ragazza che veniva rapinata da un malvivente: è così cominciato un furibondo inseguimento, prima a piedi e poi in auto, per le vie della città. Il ritmo si è subito fatto parecchio concitato ma, in corrispondenza di apparecchi che era possibile hackerare, l’azione rallentava leggermente per permettere al giocatore di azionare semafori, barriere mobili e quant’altro potesse essere utilie per fermare il criminale. Il tutto è parso molto divertente e coinvolgente, speriamo solo che nella versione finale del gioco venga inserita una quantità sufficiente di situazioni per evitare di trovarsi sempre e solo ad affrontare classiche missioni di inseguimento o “vai dal punto A al punto B”.
Per finire, abbiamo avuto una breve dimostrazione della componente multiplayer, discretamente implementata, ma tutto sommato abbastanza superflua: in pratica, nel corso di una normale sessione in single, è possibile che un altro giocatore “entri” nella partita con lo scopo di rubare i dati del vostro palmare. Inizia allora un gioco di inseguimenti e contro inseguimenti per recuperare i dati o cercare di sfuggire all’invasore, segmenti che si concluderanno inevitabilmente con una palla piazzata in fronte di uno dei due. Da quello che si è visto pare una gradevole aggiunta, ma nulla di così imprescindibile: attendiamo comunque di testare più approfonditamente tale modalità.
Gli unici dubbi che possono quindi sorgere dopo questa ottima dimostrazione riguardano fondamentalmente la reale interazione con il mondo che sarà offerta e la varietà e credibilità di situazioni che si svilupperanno lungo il corso dell’avventura (avendo già avuto in passato esperienze agrodolci sotto questo aspetto, come nel primo Assassin’s Creed): le condizioni per un gran gioco paiono però esserci davvero tutte.